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FLAUTO TRAVERSO – estensione e timbro
Il più usato dei flauti (flauto traverso in Do) possiede un’estensione che va dal Do centrale (Do3) fino al Do6 e comprende quindi 3 ottave.
I flauti moderni possono raggiungere un’estensione di tre ottave e mezza, e alcuni flautisti sono in grado di emettere il Do7, portando l’estensione dello strumento a quattro ottave piene. La quarta ottava, di difficile emissione (quasi impossibile su strumenti d’epoca) è per questo poco usata nel repertorio flautistico, anche se negli anni recenti alcuni compositori hanno spesso usato il Re.
TIMBRO
Il flauto ha un suono limpido anche se un po’ freddo, ma la brillantezza del suo timbro lo ha reso adatto, per esempio, per imitare il canto degli uccelli, caratteristica usata in molti brani di diversa provenienza: esempi nella musica classica sono il concerto Il cardellino di Antonio Vivaldi, il concerto nella Sinfonia pastorale di Ludwig van Beethoven e la parte dell’uccellino Sasha in Pierino e il lupo di Sergej Prokof’ev; nella musica jazz il brano Conference of the birds di Dave Holland e il brano serenade to a cuckoo di Roland Kirk ; nella musica popolare irlandese la giga Lark in the morning (normalmente affidata al flauto traverso irlandese a sei fori).
Inoltre, la sua discendenza popolare (non bisogna dimenticare che, essendo uno degli strumenti di più facile fabbricazione, il flauto è anche uno dei più antichi e diffusi nella musica popolare) faceva sì che il flauto evocasse ambienti pastorali e bucolici, molto frequentati in musica e nelle arti in genere dal XVI al XIX secolo: si vedano a questo proposito la già citata Sinfonia pastorale e la raccolta Il pastor fido, opere che già nel titolo rivelano la loro ispirazione e che contengono importanti parti per flauto (la seconda è una raccolta di sei sonate per flauto e basso continuo attribuite a lungo ad Antonio Vivaldi, ma nuovi studi le hanno attribuite a Nicolas Chédeville[2]).